Fermate Intermedie

 LA MISSIONE:

Questo progetto nasce come ricerca sulle linee ferroviarie locali del Piemonte. Il tema è trattato senza un vero filo conduttore, ma come un susseguirsi di “appunti” che vanno letti e considerati nella loro globalità. L’impostazione, quindi, non è quella di una meticolosa ricerca sul territorio e l’ambiente ferroviario, ma quella di una proposta costruita con frammenti di vicende umane e porzioni di paesaggio riprese sul treno, dal treno e lontano da esso. L’aver affidato la missione ad un fotografo spagnolo e ad uno piemontese ha voluto significare un preciso interesse nel voler cogliere le differenze interpretative tra un autore straniero e un residente.

 

(..) Tutto ha origine da un libro. Carlo Cassola scrive Ferrovia locale preso si dispiega un progetto visionario: una missione fotografica riservata a due giovani autori che ripercorrono strade di profonda intimità , con l’intento di incontrare prima e narrare poi di città  e persone capaci di svelare un mondo intorno. 
Pablo Balbotin lo ha fatto in bianco e nero, Paolo Minioni ha preferito il colore. Ognuno, comunque, con il proprio stile, ognuno con le proprie fermate intermedie nella testa, ognuno con il proprio percorso tracciato sulla carta. 
Pablo si è concentrato sulla figura umana. Ha tagliato in due un affetto che arriva diritto alle cose. Poi si è ricomposto per proporre un reportage disincantato, fresco, a tratti addirittura ironico e sdrammatizzato. Comunque lucido, comunque svelato e sincero, senza compassione e senza pregiudizi. Paolo si è invece soffermato maggiormente sui toni descrittivi, forse usa il treppiede e si muove lento, assembla con vigore inquadrature e sequenze. Riflette, pone questioni legate alla rappresentazione, mette in gioco una commozione dello sguardo che non ha più a che fare con la memoria, ma con un presente tutto da immaginare. (..) 
dal catalogo “Fermate Intermedie”

Fermate intermedie strade srotolate come tappeti di casa: accomodanti e accoglienti.Sopratutto prive di contraddizioni prospettiche. Poi, binari come sentieri ferrati,sempre seguiti con smodata nostalgia dall’icona della solitudine,dalla frenesia del viaggio,dalla smania della partenza e dal sospetto della fuga sommessa. Del ritorno nessuna traccia.Per quello c’è sempre bisogno di troppo pentimento,di Eppure i treni,come i Eppure i treni,come isentimenti,ritornano sempre uguali; carichi di fedeltà, maestri di di ripetizione,abissi di rumore,strumenti di velocità,macchine generose in grado di concedere angoli di neutralità.In coda, chilometri e chilometri di autocoscienza. Chi ha tratto questo immagini lo ha fatto con il cuore aperto. Si è concesso il lusso del tempo ed ha viaggiato sul serio.
Ha usato gli occhi, le mani,le parole, la curiosità e la memoria. Tutto ha origine da un libro. Carlo Cassola scrive Ferrovia locale e presto si dispiega un progetto visionario: una missione fotografica riservata ai due giovani autori che ripercorrono strade di profondità intimità, con l’intento di incontrare prima e narrare poi di città e di persone capaci di svelare un mondo intorno. Pablo Balbontin lo ha fatto in bianco e nero, Paolo Minioni ha preferito il colore. Ognuno, comunque, con il proprio stile, ognuno con le proprie fermate intermedie nella testa, ognuno con il proprio tracciato sulla carta.Pablo si è concentrato sulla figura umana. Ha tagliato in due un effetto che arriva dritto alle cose.Poi si è ricomposto per proporre un reportage disincantato,fresco, a tratti addirittura ironico e sdrammatizzato.Comunque lucido, comunque svelto e sincero, senza compassione e senza pregiudizi.Paolo si è invece soffermato maggiormente sui toni descrittivi, forse usa il treppiede e si muove lento,assembla con rigore inquadrature e sequenze.Riflette,pone questioni legate alla rappresentazione, mette in gioco una commozione della sguardo che non ha più a che fare con la memoria, ma con un presente tutto da immaginare. E così nasce la gestualità visiva interiore di questa missione. Fotografare è diventato capire-Idee ed attimi, raccolti sulla pellicola, sono il frutto della fatica di occhi viaggianti che hanno guardato dai finestrini del treno in corsa,sono la totalità degli imbarazzi di altri sguardi muti che si sono soffermati sul paesaggio.Comunque tremori e poche certezze.Emozioni e stupore.E’ solo così che può prendere corpo una visione che ha dovuto fare i conti con le singole e private aspettative, con le doppie sorprese e con le infinite cose ritrovate. Come dice Cesare Pavese, profondo conoscitore di questo luoghi fotografati, “…il giorno in cui ci si accorge che le conoscenze e gli incontri che facciamo nel libri, erano quelli della nostra prima età, si esce dall’adolescenza e si intravede se stessi.C’era in noi un tesoro che non sapevamo, un accumulo di lente abitudini cui d’improvviso scopriamo un viso nuovo…Un’epoca in cui le favole, le immagini, i giochi, ci furono i canti e le feste…” Come queste stazioni, uguali nel colore, antiquate nella grafiche, moderne nel distribuire informazioni, sgangherate nell’insieme,allegre nei giorni di festa, buie il primo giorno della settimana,aggreganti nella provincia e non luoghi nella metropoli.

Denis Curti

 

 

 TorinoFermate Intermedie –  Incontro con la Fotografia  ottobre 1998  a cura di Denis Curti – Fondazione Italiana per la Fotografia

Con questa mostra abbiamo maturato l’idea di mostrare il Piemonte attraverso l’occhio di due giovani fotografi., Paolo Minioni e Pablo Balbotin, che percorrendo in treno il territorio regionale ci propongono uno spaccato inedito in quanto più intimamente connesso all’intorno delle stazioni ferroviarie, luoghi talvolta metafisici alquanto surreali, che per lo più sfuggono allo sguardo di coloro che normalmente fruiscono di questi spazi. Ci piaceva inoltre cogliere le sfumature che sarebbero intervenute anche grazie alla differente provenienza di due fotografi, l’uno piemontese e l’altro straniero, sivigliano e pertanto vergine rispetto l’esplorazione delle nostre terre. Il progetto, portato avanti con la preziosa collaborazione della Fondazione Italiana per la Fotografia, E’ approdato al suo compimento con l’esposizione delle immagini realizzate nel corso della missione affidata ai due giovani fotografi.

Giampiero Leo

Assessore alla Cultura della Regione Piemonte

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